come mi accade spesso, ne ho realizzata un’altra. Volevo raccogliere
i ricordi del mio apprendimento della lettura e della scrittura e unirli
ad altri ricordi, assai più recenti, sull’insegnamento della scrittura.
Tutto è saltato quando mi sono imbattuto in alcuni oggetti, spesso
oggetti scritti, che portano le tracce dei miei genitori, di me stesso
bambino e di altre persone. Mi rendo conto che sono oggetti
privatissimi e nel contempo banali, di quelli che possono saltar fuori
da qualunque cantina o soffitta o vecchio armadio. Ma ciascuno ha i
suoi e, per fare un esempio, il tagliacarte di Cesare che è qui accanto
a me sarà per me per sempre il tagliacarte di Cesare, e che sia un
qualunquissimo tagliacarte non ha nessuna importanza.
L’intenzione iniziale è dunque stata sopraffatta.»