Dal 1880 i numeri dell’emigrazione dall’Italia - e dal Friuli Venezia Giulia in modo più significativo – mostrano un’impennata talmente brusca da far segnare per unanime consenso in quell’anno l’inizio delle ondate migratorie, diverse e successive, che hanno visto milioni di persone lasciare la regione e segnare una traccia profonda nella vita e della cultura di coloro che sono andati e di coloro che sono rimasti.
Il racconto di questa lunghissima vicenda è stato proposto in diverse forme, attraverso la memoria e la ricerca d’archivio, e oggi possiamo dire che fa parte della storia dell’Italia e di questa regione. Sono avvenuti però negli ultimi venti anni mutamenti così profondi nella geografia mondiale, nella ercorribilità delle sue distanze, nel sistema di telecomunicazione, da rendere necessario un ripensamento degli abituali sistemi di riferimento al fenomeno dell’emigrazione.
A questo riguardo, va detto subito che il ripensamento non riguarda solo le forme attuali in cui si realizzano le motivazioni a lasciare il proprio Paese, ma appare chiaro che i mutamenti in atto interessano anche gli emigranti di seconda o di terza generazione in tutto il mondo.