Non stupisce lo slittamento evidente nel registro della comunicazione politica che piuttosto che narrare sogni e speranze, propone incubi e paure. I gestori della vita pubblica trovano così nelle paure e nell’angoscia sociale il collante attraverso cui ristabilire la propria autorità e legittimità al potere, con la promessa di salvezza da pericoli imminenti a cui danno volto e senso nominandoli. Il lessico della paura ha assunto così un’importanza sempre crescente, vero e proprio ago della bilancia di contese politiche, non solo elettorali.