Procida è il romanzo col quale Franco Cordelli esordì come narratore. Il personaggio che dice «io» è un intellettuale che lascia la città, Roma, per rifugiarsi nella sua casa nell’isola di Procida. Lì vuole prendere degli appunti in un diario sul quale scrive ogni giorno il resoconto della giornata; anzi, il resoconto dei suoi stati mentali. Quando nell’isola viene rinvenuto il cadavere di una donna, qualcosa, non solo nella storia, ma nella mente del narratore cambia, assume una prospettiva diversa da quella che si era prefissato. Desiderio e morte, caso e necessità si intrecciano inesorabilmente, come in un giallo in cui non ci sono casi da risolvere ma solo stati mentali da decifrare.