Il procedimento sommario di cognizione ha introdotto un forte elemento di innovazione nella tutela giurisdizionale dei diritti in Italia. Esso, infatti, permette di decidere cause “semplici” sul piano fattuale e giuridico in tempi più brevi di quelli ordinari, grazie alla deformalizzazione dell’istruttoria. Nell’applicazione pratica, a dire il vero, il rito introdotto dal legislatore nel 2009 non sembra avere ancora avuto un impatto nel modificare l’approccio degli operatori forensi al processo civile. Il nuovo rito, in effetti, ispirato ai principi di flessibilità e proporzionalità, per funzionare in modo efficace, richiede collaborazione tra giudice e avvocati e un approccio alle dinamiche procedurali meno formale e maggiormente improntato all’oralità e alla immediatezza. In questo volume, il procedimento sommario viene analizzato sia come “rito”, disciplinato dagli artt. 702-bis ss. c.p.c., sia come “modello”, nel contesto della semplificazione dei riti operata dal decreto legislativo n. 150 del 2011. Attenzione viene dedicata anche all’art. 183-bis c.p.c. che, dal 2014, consente al giudice monocratico del Tribunale di disporre il passaggio dall’istruttoria ordinaria a quella sommaria nelle cause più semplici. L’analisi giurisprudenziale si affianca all’esperienza giurisprudenziale, con un approccio teorico-pratico, nel tentativo di offrire chiavi di lettura e spunti operativi per un più diffuso utilizzo dell’istruttoria semplificata nella prassi.