Primo caccia monoplano della RAF, primo aereo dotato di otto mitragliatrici, era il mezzo aereo disponibile in maggior numero per contrastare le ondate di attacco della Luftwaffe durante la Battaglia d’Inghilterra. Disponibile in ventisei reparti all’inizio dell’estate del 1940, ad agosto se ne contavano trentadue contro le diciannove di Spitfire. Pilotato da assi come Douglas Bader che lo resero una leggenda, l’Hawker Hurricane Mk I, sebbene inferiore al Bf 109-E, dimostrò di essere comunque un cavallo di razza, e soprattutto in alta quota riusciva a essere più maneggevole e quindi, per questo, più adatto cacciatore di bombardieri.
“Sua maestà lo Spitfire”.
Quest'aereo è una leggenda dell'aria, un vero brand, e la sua immagine è indissolubilmente legata alla vittoria britannica nella Battaglia d'Inghilterra. È uno dei pochissimi, forse l’unico, il cui nome suscita qualche immagine anche a un profano di cose d’aviazione storica. Tuttavia è anche un velivolo che, a un certo punto, ha fatto il suo tempo: ottima macchina difensiva, pesantemente armata, molto agile, velocissima in salita, tuttavia la mancanza di raggio d'azione e di capacità di carico sufficiente non gli ha giovato nel prosieguo della guerra. Il nome Spitfire fu suggerito da Sir Robert MacLean, il direttore della Vickers-Armstrongs all'epoca, il quale chiamava la propria figlia Ann «a little spitfire» (una piccola sputafuoco), un modo di dire elisabettiano per indicare una persona impetuosa.