Il ruolo politico del cattolicesimo nella storia, sino al Vaticano del XXI sec., divenuto un fattivo governo “ombra”. I culti costituiscono il primo criterio sofisticato per associare le osservazioni sulla natura, in una conoscenza funzionale a un’identità approvata in cui il gruppo consociato potesse riconoscersi. I nostri avi arcaici iniziarono con essi a concepire la vita con un senso etico aggregativo, base di un auspicato progresso che consentisse migliori idoneità e sopravvivere in ambiente ostile. Si è così perpetuato sino ai nostri giorni, dove la vastità delle realtà demografiche impone approcci raziocinanti alle problematiche e i criteri divenenti delle pratiche mistiche, rimasti nel concreto analoghi a quelli arcaici, suscitano perplessità per l’invadenza nella vita reale, spesso per ottemperare a scopi non del tutto riconducibili ai valori assoluti dello spirito. Propongo un’analisi della questione “religione”, libera da ipocrisie votive e ideologiche, a cominciare dall'interrogativo: Quante festività natalizie ancora ci attendono, con una Chiesa cattolica il cui clero non procrea e invita a non farlo, poiché reputato il modo migliore per accedere al gradimento divino, mentre l’Islam invita i suoi fedeli a farlo più che possono, per sostituire tutti gli umani non mussulmani?