Surah Ankabut
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Il Corano è il testo religioso centrale dell'Islam, ritenuto dai musulmani una rivelazione di Dio (Allah).[11] È ampiamente considerato come il miglior lavoro della letteratura araba classica.[12][13][iv][v] È organizzato in 114 capitoli (surah (سور; singolare: سورة, sūrah)), che consistono in versi (āyāt (آيات; singolare: آية, āyah)).
I musulmani credono che il Corano sia stato rivelato oralmente da Dio all'ultimo profeta, Maometto, attraverso l'arcangelo Gabriele (Jibril),[16][17] in modo incrementale per un periodo di circa 23 anni, a partire dal mese di Ramadan,[18] quando Maometto aveva 40 anni; e si conclude nel 632, anno della sua morte.[11][19][20] I musulmani considerano il Corano il miracolo più importante di Maometto; una prova della sua profezia;[21] e il culmine di una serie di messaggi divini a partire da quelli rivelati ad Adamo, tra cui il Tawrah (Torah), lo Zabur ("Salmi") e l'Injil ("Vangelo"). La parola Corano ricorre circa 70 volte nel testo stesso, e si dice che anche altri nomi e parole si riferiscano al Corano.[22]
I musulmani pensano che il Corano non sia semplicemente divinamente ispirato, ma la parola letterale di Dio.[23] Maometto non l'ha scritto perché non sapeva scrivere. Secondo la tradizione, molti dei compagni di Maometto servirono come scribi, registrando le rivelazioni.[24] Poco dopo la morte del profeta, il Corano fu compilato dai compagni, che ne avevano trascritto o memorizzato parti.[25] Il califfo Uthman stabilì una versione standard, ora conosciuta come il codice Uthmanic, che è generalmente considerato l'archetipo del Corano conosciuto oggi. Esistono, tuttavia, letture varianti, con differenze di significato per lo più minori.[24]
Il Corano assume familiarità con le principali narrazioni raccontate nelle scritture bibliche e apocrife. Ne riassume alcuni, si sofferma a lungo su altri e, in alcuni casi, presenta resoconti alternativi e interpretazioni degli eventi.[26][27] Il Corano si descrive come un libro di guida per l'umanità (2:185). A volte offre resoconti dettagliati di eventi storici specifici e spesso enfatizza il significato morale di un evento rispetto alla sua sequenza narrativa.[28] Integrando il Corano con spiegazioni per alcune criptiche narrazioni coraniche e sentenze che forniscono anche la base per la sharia (legge islamica) nella maggior parte delle denominazioni dell'Islam,[29][vi] sono hadith, tradizioni orali e scritte che si ritiene descrivano parole e azioni di Muhammad.[vii][29] Durante le preghiere, il Corano è recitato solo in arabo.[30]
Qualcuno che ha memorizzato l'intero Corano è chiamato hafiz ("memorizzatore"). Un ayah (versetto coranico) è talvolta recitato con un tipo speciale di elocuzione riservato a questo scopo, chiamato tajwid. Durante il mese del Ramadan, i musulmani in genere completano la recita dell'intero Corano durante le preghiere tarawih. Per estrapolare il significato di un particolare versetto coranico, i musulmani si affidano all'esegesi, o commento (tafsir), piuttosto che a una traduzione diretta del testo.[31]
I musulmani credono che il Corano sia stato rivelato oralmente da Dio all'ultimo profeta, Maometto, attraverso l'arcangelo Gabriele (Jibril),[16][17] in modo incrementale per un periodo di circa 23 anni, a partire dal mese di Ramadan,[18] quando Maometto aveva 40 anni; e si conclude nel 632, anno della sua morte.[11][19][20] I musulmani considerano il Corano il miracolo più importante di Maometto; una prova della sua profezia;[21] e il culmine di una serie di messaggi divini a partire da quelli rivelati ad Adamo, tra cui il Tawrah (Torah), lo Zabur ("Salmi") e l'Injil ("Vangelo"). La parola Corano ricorre circa 70 volte nel testo stesso, e si dice che anche altri nomi e parole si riferiscano al Corano.[22]
I musulmani pensano che il Corano non sia semplicemente divinamente ispirato, ma la parola letterale di Dio.[23] Maometto non l'ha scritto perché non sapeva scrivere. Secondo la tradizione, molti dei compagni di Maometto servirono come scribi, registrando le rivelazioni.[24] Poco dopo la morte del profeta, il Corano fu compilato dai compagni, che ne avevano trascritto o memorizzato parti.[25] Il califfo Uthman stabilì una versione standard, ora conosciuta come il codice Uthmanic, che è generalmente considerato l'archetipo del Corano conosciuto oggi. Esistono, tuttavia, letture varianti, con differenze di significato per lo più minori.[24]
Il Corano assume familiarità con le principali narrazioni raccontate nelle scritture bibliche e apocrife. Ne riassume alcuni, si sofferma a lungo su altri e, in alcuni casi, presenta resoconti alternativi e interpretazioni degli eventi.[26][27] Il Corano si descrive come un libro di guida per l'umanità (2:185). A volte offre resoconti dettagliati di eventi storici specifici e spesso enfatizza il significato morale di un evento rispetto alla sua sequenza narrativa.[28] Integrando il Corano con spiegazioni per alcune criptiche narrazioni coraniche e sentenze che forniscono anche la base per la sharia (legge islamica) nella maggior parte delle denominazioni dell'Islam,[29][vi] sono hadith, tradizioni orali e scritte che si ritiene descrivano parole e azioni di Muhammad.[vii][29] Durante le preghiere, il Corano è recitato solo in arabo.[30]
Qualcuno che ha memorizzato l'intero Corano è chiamato hafiz ("memorizzatore"). Un ayah (versetto coranico) è talvolta recitato con un tipo speciale di elocuzione riservato a questo scopo, chiamato tajwid. Durante il mese del Ramadan, i musulmani in genere completano la recita dell'intero Corano durante le preghiere tarawih. Per estrapolare il significato di un particolare versetto coranico, i musulmani si affidano all'esegesi, o commento (tafsir), piuttosto che a una traduzione diretta del testo.[31]
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