Andrea Bindella è nato a Perugia e vive ad Assisi.A dodici anni inizia a scrivere la sua prima opera, un libro di fantascienza intitolato Il Ritorno delle Furie, “pubblicato” su un quaderno a quadretti, di quelli che si usavano alle medie. Pur coltivando la scrittura come passione, dopo aver conseguito il diploma all'Istituto Tecnico per Geometri, inizia gli studi in Ingegneria Civile. Proprio in quegli anni - in Umbria - si sta avviando la ricostruzione post terremoto del ’97, così Andrea decide di lasciare l’università per dedicarsi alla libera professione e aiutare la sua regione a rialzarsi dopo quei tragici eventi.Dopo il "capolavoro" d’esordio delle medie, continua a scrivere altre storie, tenendole, però, tutte ben nascoste in un cassetto, convinto che il livello qualitativo dei suoi testi non sia sufficiente per essere proposto a un pubblico più vasto della propria famiglia.Quando la crisi finanziaria ed economica del 2008 travolge il suo settore professionale e tutto sembra perduto, Andrea trova la forza e il sostegno per andare avanti proprio nella scrittura: capisce che non serve piangersi addosso e che occorre rimboccarsi le maniche. Scrivere lo spinge a una continua riscoperta e crescita interiore; attraverso le parole, Andrea condivide riflessioni e tematiche riguardanti la vita di ogni giorno, cercando sempre il confronto per ampliare la propria apertura mentale e soddisfare la propria insaziabile curiosità.Oltre alla scrittura, Andrea ama cucinare, ascoltare musica rock, pop e jazz e fare lunghe passeggiate immerso nel rumore della risacca del mare d’inverno.Nel 2017 scopre il self-publishing; questa opportunità lo sprona a trovare la forza di tirar fuori dal cassetto le sue storie e pubblicarle. «Nei miei romanzi ci sono le mie passioni e le mie esperienze. Cerco sempre di scrivere racconti che mi piacerebbe leggere come lettore. Durante la scrittura mi estraneo dalla realtà e mi immergo completamente nella storia, mi sembra quasi di sognare ad occhi aperti e infatti mi affeziono molto ai personaggi dei miei romanzi. Ogni volta che termino un libro, ho sempre qualche giorno di malumore: è come perdere degli amici con cui hai condiviso la tua quotidianità per mesi e che di punto in bianco spariscono nel nulla» spiega Andrea in un'intervista a “Sole e Luna Blog”.