Da un parallelepipedo di quarzo, che contiene al suo interno dell'acqua che risale a millenni fa, si prendono le mosse per riflettere sull'elemento liquido che sta alla base della vita nell'universo e che consente di parlare della storia passata e più recente del Cile. Il documentario è la seconda parte di una trilogia iniziata con Nostalgia per la luce e seguendo questo schema, ha tracciato un parallelismo tra le migliaia di persone scomparse, gettate in mare durante la dittatura di Pinochet e lo sterminio di sei etnie residenti nella terra prospiciente lo stretto di Magellano nel sud del Cile, dal XIX secolo. Per Guzman, l'acqua è il legame tra i due concetti, come simbolo della sua perdita di memoria e salvati. Il film sarà il primo progetto di Guzman finanziato con sovvenzioni dal governo cileno.