Nessuno come Pino Daniele ha saputo costruire un ponte tra l’Italia, l’America e l’Africa. La sua chitarra aveva dei poteri magici: sapeva flirtare con il blues senza tradire la tarantella e convivere con il Sud del mondo, senza abbandonare Napoli. Mentre un suo grande concittadino, Eduardo De Filippo, consigliava ai giovani di fuggire da Napoli per avere successo, lui no. Lui Napoli l’ha aperta al mondo, ha fatto in modo che fossero gli altri a venirci: ha arredato per bene Piazza del Plebiscito, ha tirato fuori il “servizio buono” e ci ha ospitato i musicisti più famosi di sempre. In fin dei conti, anche mentre suonava con Eric Clapton, Pat Metheny, Chick Corea, Gato Barbieri e mille altri, restava fedele alle sue origini, alla nascita in una sorta di sottoscala, un “vascio”, da cui il cielo non si vedeva nemmeno. Questo libro racconta di come un ragazzo nato in un vascio è arrivato a toccare il cielo, di come lo abbia fatto toccare a tutti coloro che ascoltavano la sua musica con il cuore aperto, di come, purtroppo, il cielo lo abbia accolto troppo presto.