Come i manuali di domani racconteranno la pandemia
«Storico non significa antico. La pandemia da Covid-19 è storia già oggi». Con queste parole il giornalista e storico Gianni Oliva definisce quella che è «una pandemia conclamata con effetti devastanti, un evento sanitario globalizzato su cui si è concentrata tutta la macchina dell’informazione». Forse basterebbe questo a spiegare perché il coronavirus sia destinato a finire nei libri di storia e perché certamente ne verrà tramandata la memoria. Soprattutto perché la scala globale degli eventi, con la diffusione capillare dell’informazione, ha moltiplicato il riverbero del disagio: le persone sono dovute rimanere chiuse nelle loro case per un tempo lunghissimo, le economie di scambio e di consumo sembravano collassare. La pandemia ha trasformato le abitudini di vita di uomini e donne di tutte le età, in tutto il mondo. Il numero di perdite umane è spaventoso… mai prima d’ora era stata messa in atto una campagna di vaccinazione di massa di tale portata.
Ognuno di noi ha dentro di sé il racconto di questo tempo. E ognuno di noi potrebbe raccontarlo in modo diverso.
Dopo aver chiesto ai ragazzi di “spostare la mente al dopo e di raccontarlo”, adesso chiediamo loro di “fare la storia”. Alla “generazione lockdown”, quella che per molti mesi è vissuta “a distanza”, lontana dalle aule scolastiche, dai compagni di classe, dalla vita là fuori, quella che ha attraversato la pandemia con coraggio e fatica, a quella generazione chiediamo di provare ad anticipare come questo tempo così complesso potrà essere raccontato dai libri di storia, domani.
La storia siamo noi è il contest dedicato agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia, promosso nel 2021 da Fondazione Pordenonelegge e Istituto Flora, con la collaborazione dell’Area Giovani CRO Aviano e degli Assessorati alla Cultura e all’Istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia.