L’opera di Anna Maria Farabbi traduce in forme di piena attualità fatti che la poesia potrebbe ignorare, nel suo essere sempre contemporanea a se stessa: la guerra come simbolo degli effetti condotti dal sisma iniziato nell’Italia centrale durante il 2016, accanto alla memoria ritrovata di un conflitto che compie cent’anni in questo tempo, sono - in un doppio piano di lettura - tracce nella pelle di questo momento della storia che sembra non avere imparato nulla dalle stagioni che lo hanno preceduto. L’indignazione composta eppure deflagrante del poeta impone uno stop, al quale ci affianchiamo tutti in attesa di una ripartenza che sappia dare una risposta civile alle verità che vengono richieste a chi attraversa il giorno presente.