L'umanitΓ si Γ¨ sempre lasciata incantare dai racconti che annunciavano la sua totale distruzione: gli ultimi giorni, il tempo della fine, l'estinzione della vita sul pianeta. Oggi, la fantasia di una fine violenta e collettiva risorge nei movimenti apocalittici: pacifici o bellicosi, musulmani o cristiani ma tutti capaci di influenzare la politica contemporanea. Assistiamo all'imponente risorgere del pensiero apocalittico, perchΓ© la scienza e la cultura della ragione non sono ancora riuscite a trovare una mitologia che possa competere con il fascino della fine. Ma se la credenza apocalittica Γ¨ una funzione della fede, quell'intima convinzione che non richiede alcuna conferma, allora l'antidoto non Γ¨ tanto la ragione quanto l'impulso umano alla curiositΓ . PerchΓ© il mandato della nostra maturitΓ Γ¨ agire con saggezza, scegliendo tra salvezza e autodistruzione.
Da un maestro della letteratura contemporanea, una riflessione provocatoria e sorprendente sui modi di guardare alla nostra esistenza collettiva.
Β«Ogni racconto ha bisogno di una fine, oltre che di un inizio. E il racconto dell'umanitΓ si alimenta da sempre al mito di un'apocalisse gloriosa. In realtΓ nessuno verrΓ a salvarci, dovremo pensarci da soli. Magari con l'invincibile impulso alla curiositΓ , vero marchio dell'indipendenza mentaleΒ».