Chi sbaglia paga: Certezza della pena e della rieducazione. La voce dei detenuti e l'esperienza di un carcere alternativo

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«Il problema non è tenere i detenuti
dentro il carcere ma tenerli fuori, e come.»
Gherardo Colombo

«Oggi il carcere è fondamentalmente stupido.
Non serve a niente e costa
un enorme ammontare di denaro…
Un carcere utile e logico è possibile.»
Don Ettore Cannavera,
fondatore della Comunità La Collina

Smettere di delinquere si può. Chi sbaglia paga descrive la straordinaria esperienza di un carcere alternativo, la Comunità La Collina di Serdiana (Sardegna), fondata nel 1994 da don Ettore Cannavera: un carcere utile, umano e logico in contrapposizione a una galera segregativa, illogica e inutile (il 70 per cento dei detenuti ritorna in prigione commettendo nuovi reati).
Il libro, attraverso le lettere di chi vive la segregazione forzata, esamina la vita di carcerazione della massa di drogati, disadattati, extracomunitari, psicolabili, assassini stipati nelle case circondariali, evidenziando lo stato di sostanziale disordine e l’illegalità cui sono costretti, motivo per il quale la rieducazione risulta impossibile. Il contrario di quanto invece avviene a Serdiana che, come racconta Abis, propone un modello di vita di lavoro e legalità orientata alla rieducazione, secondo quanto stabilito dalla Costituzione, in cui è favorita la relazione con il prossimo sotto il costante controllo di educatori professionisti. I risultati ottenuti dalla Comunità in venticinque anni di esperienza (4 per cento di recidiva) dimostrano che è possibile assicurare la giustizia ai cittadini, garantendo la certezza della pena, e rieducare senza sconti i colpevoli di delitti anche gravi, riammettendoli alla fine del percorso detentivo all’interno della società come elementi consapevoli e capaci di comportamento conforme alla legge, dunque senza compromettere la sicurezza collettiva.

La Comunità La Collina è un carcere alternativo che ospita detenuti affidati dalle diverse magistrature competenti; è stata fondata nel 1994 da don Ettore Cannavera. Riconosciuta la sua validità pedagogica, nel 2019 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha insignito il fondatore – e per suo tramite i collaboratori, operatori e volontari che si occupano dei detenuti – del titolo di commendatore al merito della Repubblica «per la preziosa opera di sostegno a persone in condizioni di marginalità e in particolare a giovani e minori coinvolti in percorsi di reinserimento sociale».

Par autoru

Sergio Abis (Cagliari 1953), laureato in Fisica, si è dedicato alla ricerca applicata e allo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito dei materiali strutturali e funzionali non ferrosi. Ha lavorato principalmente nel Nord Italia, con aziende italiane e multinazionali. È titolare di numerose pubblicazioni in riviste scientifiche e tecniche, e detentore di svariati brevetti. Appena compiuti i sessant’anni, incensurato, ha commesso un grave reato per il quale (reo confesso, costituitosi) è stato incarcerato, visitando suo malgrado due case circondariali, Cagliari e Busto Arsizio, quest’ultima nota per la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Durante la segregazione è entrato in contatto con la Comunità La Collina, di cui è stato ospite a fine pena per la stesura di questo libro.

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