Sono cinque le storie della mala notte.
Cinque racconti lunghi accomunati da atmosfere crepuscolari, malinconiche, in cui i vari personaggi fuggono dalle tenebre che avvolgono e schiacciano l’anima degli uomini. La luce – un certo tipo di luce, reale o simbolica – è la grande assente di queste storie: vietata ne “La Casa del Fuoco”, negata in “Iskalia”, impossibile da ricreare in “Rouge en plein air”, discontinua in “Un vestito di stoffa stampata”, scomparsa misteriosamente in “Quando si spensero le luci”.
Cinque viaggi senza meta e senza certezze, in cui il percorso è più importante dell’approdo. Cinque storie nelle quali il surreale e un filo di ironia, talvolta, fendono il buio e consentono ai personaggi di affrontare il cammino col conforto di un tenue bagliore: una candela, la dinamo di una vecchia bicicletta, il barbaglio della luna.
Se non è luce, è pur sempre un’oscurità meno oscura.