Lungo un “tragitto accidentato” marcato da circostanze reali e/o immaginarie, questo composito taccuino, ampiamente illustrato, ritrae il proprio autore intento alla tortuosa perlustrazione della natura costruttivamente asimmetrica e ambigua delle facoltà creative, qui impegnate in disparate evoluzioni nei campi specifici della Geometria dell’Architettura. L’improvvisazione formale da un lato, l’adozione invece metodica di pazienti procedure tecnico-applicative dall’altro, dal senso comune relegate agli opposti, quasi inconciliabili estremi degli orientamenti ideativi, svelano così la loro intima complementarità e quindi anche una mutua, segreta complicità. Istinto, razionalità e intuito s’avvicendano e si confrontano attraversando un paesaggio fertile e invitante, disseminato di eclettiche elaborazioni grafico-progettuali di pura fantasia ma cariche di indubbio potenziale propositivo, aventi tutte in comune un denominatore avvincente: la geometria.