Baldassarre Arrivadopo: Storie di Montepeloso

· Rebus Books
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170
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In questo terzo e ultimo capitolo delle "Storie di Montepeloso", Giuseppe Decollanz continua a raccontare le tragedie che la dittatura fascista di Benito Mussolini determinarono anche in Basilicata. Il testo infatti narra la drammatica vicenda umana di un giovane che, per dare un senso e una prospettiva alla propria vita, si arruola volontario nell'esercito di Cadorna e va a combattere sul fronte del Carso per la liberazione di Trento e Trieste. Rimane gravemente ferito e riporta mutilazioni che gli impediscono di vivere una vita normale. Aderisce, nella speranza di un riscatto sociale, al Partito Nazionale Fascista e per qualche tempo fa parte della redazione de “Il giornale d’Italia”, il quotidiano fondato e diretto da Benito Mussolini. Il Fascismo sembra dare finalmente senso alla sua vita. Gli conferisce l’onorificenza di “Sciarpa Littorio”, simbolo di prestigio e di grande considerazione e lo nomina “commissario straordinario” con pieni poteri della sezione del Partito Fascista di Montepeloso, suo paese d’origine, con il compito di porre fine ai contrasti fra i maggiorenti del partito e, soprattutto, di soffocare e distruggere definitivamente ogni traccia di ideologia socialista fortemente radicata negli animi e nei cuori dei montepelosani. Quel paese “maledetto” non può continuare ad essere la “roccaforte rossa” della Basilicata e meno che mai continuare ad essere focolaio antifascista.Persecuzioni, condanne al confino e delitti feroci contrassegnano la permanenza a Montepeloso del “commissario straordinario”. Di codesti fatti di sangue e della crescente opposizione al Fascismo, Baldassarre Arrivadopo viene ingiustamente ritenuto responsabile e condannato, infine, “all'esilio”. Dopo essere stato utilizzato come simbolo di patriottismo e di “fedeltà” al Fascismo, Baldassarre Arrivadopo subisce il destino di diventare una “vittima” tra le tante della dittatura mussoliniana.

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About the author

Giuseppe Decollanz (Irsina, 1 dicembre 1935 – Bari, 8 giugno 2012) è stato un docente, educatore e scrittore. Sui suoi testi tecnici, dedicati al mondo della scuola e dell’educazione, è in parte basata la preparazione degli attuali dirigenti scolastici italiani. Ha dedicato numerosi scritti alla vita contadina della sua Basilicata (Ai margini del cratere, La guerra siamo noi, I datteri di Giarabub e Baldassarre Arrivadopo) perché non andasse perduta la memoria storica dei torti subiti dalla popolazione inerme di fronte alle angherie nazi-fasciste. Socialista nel cuore, pedagogo votato, ha dedicato la vita intera alla scuola e al mondo dell’infanzia.

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