La narrazione si svolge in un quasi ininterrotto flusso di coscienza, in cui si intrecciano ricordi, giochi di parole, riflessioni e citazioni letterarie. Un unicum ribollente di pensieri da dove a tratti riemergono dialoghi e situazioni di vita quotidiana.
Questo stile, virtuosistico e, insieme, autoironico, dà forma a un originalissimo “romanzo da camera”, capace di attirare saldamente l’attenzione del lettore e di coinvolgerlo in un divertente e mai scontato gioco di riferimenti letterari e associazioni.
Tradotto anche in armeno, francese, olandese, spagnolo e tedesco, Penelope è considerato il capolavoro di Gohar Markosyan-Käsper.