Quotidianamente ci troviamo davanti a problemi più o meno gravi che colpiscono i nostri alunni, figli, nipoti, ecc. Sempre più di rado, però, troviamo soluzioni o proposte operative in grado di sopperire a tali difficoltà. I bambini sembrano essere diventati improvvisamente tutti iperattivi, agitati, non gestibili, ecc. “Improvvisamente” i disturbi di apprendimento (dislessia, discalculia, solo per citarne alcuni) aumentano all’interno delle nostre scuole e vengono diagnosticati in modo sempre più tardivo. Come mai? Cosa sta accadendo all’interno della nostra società? Quanta responsabilità ha la famiglia in questo contesto? E la scuola come si pone per fronteggiare l’emergenza educativa che, prima o poi, tutti noi dovremo affrontare? Forse non sarebbe il caso di soffermarci a osservare i nostri alunni, figli, nipoti? Forse la soluzione non si cela dietro a una semplice parola: “comunicazione”? Dagli ultimi dati statistici si evince chiaramente che la situazione riguardante la comunicazione dentro e fuori la famiglia degenera progressivamente. Questa nostra piccola società complessa (la famiglia) come pensa di aiutare a crescere gli uomini di domani se fatica a condurre una semplice conversazione di breve durata? [...]
Il libro prova ad affrontare la questione partendo dall’importanza che la comunicazione ha nella vita di ciascun individuo, attraversando il disagio, lo svantaggio e la marginalità, soffermandoci sulle disabilità, passando attraverso l’handicap, per comprendere che tutti, seppur in modo differente, siamo toccati e chiamati in causa quando si parla di diversità e di disagio.