Vladimir Nabokov
Odioso, volgare, lussurioso, Fëdor Pavlovič Karamazov viene misteriosamente assassinato. Dei suoi quattro figli, tre di loro lo hanno odiato e hanno desiderato la sua morte: Dmitrij (Mìtja), il maggiore, impulsivo, orgoglioso e dissoluto; Ivan, intellettuale, raffinato e intransigente; e l’illegittimo Smerdiakov, un cinico libertino che ha sempre vissuto come servo nella casa paterna. E poi c’è il figlio più giovane, Alyosha, altruista, gentile e puro: persino lui non è riuscito ad amare suo padre. Chi di loro è il parricida, l’assassino?
Romanzo denso e fiammeggiante, “I fratelli Karamazov” fonde in sé il genere poliziesco, il thriller giudiziario e il romanzo d’amore, associa abbaglianti esposizioni teologiche e metafisiche a personaggi indimenticabili, dilaniati da profondi conflitti interiori. Il genio di Dostoevskij è vario e molteplice. Fin dalla sua pubblicazione, a puntate sul “Messaggero russo” dal gennaio 1879 al novembre 1880, il libro è stato considerato un capolavoro della letteratura mondiale, acclamato da scrittori come Albert Camus, William Faulkner o Orhan Pamuk e da personalità come Sigmund Freud e Albert Einstein.