Janisse Ray ci accompagna ai margini di natura e cultura, in una “terra di mezzo” tra noto e ignoto. Nel tentativo di diffondere tutto ciò che la wilderness ha da insegnarci, l’autrice vive il paesaggio fino a farsi lei stessa selvaggia: dopo aver svernato con le farfalle monarca in Messico e scoperto un variopinto assortimento di uccelli in Belize, ci racconta le sue meditazioni sulla natura, trasmettendo uno stupore mozzafiato ed esortando a seguire uno stile di vita ecosostenibile. Saldamente ancorati a due luoghi per lei familiari, il Montana e la Georgia meridionale, i saggi che compongono la raccolta abbracciano un territorio immenso, che va dall’Alaska all’America centrale. Ray vi documenta incontri rari in un’epoca in cui la biodiversità è a rischio di estinzione e il mondo fa i conti troppo lentamente con il cambiamento climatico, ma soprattutto s’interroga su cosa significhi viaggiare nella natura selvaggia in quanto donna, riflette sull’impatto dell’ecoturismo e dei viaggi in generale, mette in discussione i presupposti sul nutrirsi dei prodotti della terra e si appella alle generazioni future affinché operino un cambiamento sostanziale.