Il volume è un'antologia degli articoli desanctisiani apparsi ne "Il Diritto" tra il 1877 e il 1878. In essi, l'entusiasta fautore della sinistra di governo si rende conto dei limiti di un'intera classe dirigente e, in maniera tanto lucida quanto spietata, confessa il proprio disorientamento e la propria delusione per una gestione del potere spregiudicata, corrotta, priva di categorie morali.
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