Lolita

Vladimir Nabokov

Adelphi Edizioni spa

About this eBook

Sarebbe difficile, per chi non ne è stato testimone, immaginare oggi la violenza dello scandalo internazionale, per oltraggiata pruderie, che "Lolita" provocò al suo apparire nel 1955. E tale è l’abitudine alla sciocca regola secondo cui ciò che fa chiasso è inevitabilmente sprovvisto di una durevole qualità letteraria, tanta era allora l’ignoranza dell’opera di Nabokov che solo pochi capirono quel che oggi è un’evidenza dinanzi agli occhi di tutti: "Lolita" è non solo un meraviglioso romanzo, ma uno dei grandi testi della passione che attraversano la nostra storia, dalla leggenda di Tristano e Isotta alla Certosa di Parma, dalle canzoni trobadoriche ad Anna Karenina. Ma chi è Lolita? Questa «ninfetta» (geniale invenzione linguistica di Nabokov, poi degradata nell’uso triviale, quasi per vendetta contro la sua bellezza) è la più abbagliante apparizione moderna della Ninfa, uno di quegli esseri quasi immortali che furono i primi ad attirare il desiderio degli Olimpi verso la terra e a invadere la loro mente con la possessione erotica. Perché chiunque sia «catturato dalle Ninfe», secondo i Greci, è travolto da una sottile forma di delirio, lo stesso che coglie l’indimenticabile professor Humbert Humbert per la piccola, intensamente americana Lolita. America, Lolita: questi due nomi sono di fatto i protagonisti del romanzo, scrutati senza tregua dall’occhio inappagabile di Humbert Humbert e di Nabokov. Realtà geografica e personaggio sono arrivati a sovrapporsi con prodigiosa precisione, al punto che si può dire: l’America è Lolita, Lolita è l’America. E tutto questo, come solo avviene nei più grandi romanzi, non è mai dichiarato: lo scopriamo passo per passo, si potrebbe dire miglio per miglio, lungo un nastro senza fine di strade americane punteggiate di motel. "Lolita" apparve per la prima volta in inglese nel 1955 e solo dodici anni più tardi nella versione russa dello stesso Nabokov.

Ratings and reviews

Beautiful

Perfetto dalla prima all'ultima pagina, è un connubio di emozioni; non avrei mai pensato di poter amare un libro, disprezzarlo, esserne disgustata, affascinata e incantata al contempo. Penso che la più grande sfida posta al lettore sia quella di superare quell'amaro in bocca, che ogni tanto si fa sentire, e non lasciare che quest'ultimo impedisca di finire il libro. La pazzia del protagonista è coinvolgente, è la pazzia di una mente geniale, è spesso persino lucida, e quello che H.H. prova per Lolita, per quanto risulti perverso, non è altro che amore. Dal mio punto di vista Nabokov ha dato vita ad una storia impossibile che sprigiona grazia e leggerezza, dove di grazioso e leggero c'è ben poco.

Di per sè il libro meriterebbe 5 stelle, se non fosse che risulta spesso troppo arzigogolato e diffiiicle da seguire, con le sue citazioni colte, difficili da cogliere, che rendono a volte la lettura un po' troppo pesante. D'altra parte proprio questo è anche uno dei suoi maggiori punti di forza (quando si riesce a districarsi in alcuni di questi passaggi, la soddisfazione è enorme). Non mi soffermo a giudicare quello che sembra essere il tema principale, perché la bellezza di questo romanzo sta nei particolari, i quali regalano scene memorabili, spesso anche molto spassose (come alcune in cui il protagonista si prende in giro da solo). Ed è indubbiamente anche un libro molto emozionante, il cui autore sa scrivere in maniera decisamente sopraffina.