Da bambino viene colpito da una malattia che lo costringe a isolarsi dai compagni e a vivere in casa da recluso; l’unico piacere delle sue giornate, la lettura, accende in lui il desiderio di diventare uno scrittore. Ossessionato dalla figura di un antenato inquisitore, reo di aver condannato all’impiccagione diciannove bambini e aver torturato un centinaio di donne, si dedica allo studio della stregoneria che influenzerà buona parte della sua opera, rendendolo uno dei massimi esponenti della letteratura gotica e fantastica.
A sessantaquattro anni invecchia all’improvviso, soffre di ripetuti svenimenti e scrive ossessivamente il numero 64 su qualsiasi ritaglio di carta. Quello stesso anno, durante un viaggio con un amico, muore nel sonno senza preavviso.