Per Heineken, la crescita dell’Africa è già una realtà: i profitti che ne ricava sono quasi il 50% superiori alla media globale. La multinazionale, che lì ha oltre quaranta birrifici, sostiene che la sua presenza favorisca lo sviluppo economico nel continente. Ma è vero?Olivier van Beemen, inviato in Tunisia per un reportage sulla caduta del presidente Ben Ali durante la rivoluzione dei gelsomini, scopre che la multinazionale collabora con un uomo d’affari legato al dittatore. Era una notizia relativamente marginale, ma se la multinazionale smentiva con tanta enfasi, cosa si nascondeva negli altri Paesi?Dopo sei anni di ricerche, la risposta è sconvolgente. Nell’armadio africano, Heineken ha alcuni scheletri scioccanti: elusione fiscale, abusi sessuali, legami con il genocidio e violazioni dei diritti umani, corruzione, connivenza.Ogni «capitolo di viaggio» è seguito da un capitolo tematico con un contesto più ampio: come la multinazionale ha influito sulle economie e sulle società locali, quali considerazioni fare quando si produce birra in tempo di guerra o in un regime dittatoriale?«Un libro che ci racconta come un comportamento aziendale irresponsabile impedisce lo sviluppo di un continente.» – African Business«Un racconto critico sulla produzione della birra che arriva al cuore di cosa significhi fare affari in condizioni di mercato difficili. Un libro provocatorio.» – Financial Times«Van Beemen con rigore e precisione elenca gli eccessi e le tribolazioni di Heineken in Africa.» – Le Monde«Una narrazione leggibile, sfumata e critica che racconta del comportamento di una multinazionale in Africa. Van Beemen utilizza uno stile posato e una ricerca meticolosa. Un libro eccellente.» – Aidnography Blog