Presenza migrante tra spazi urbani e non urbani: Etnografie su processi, dinamiche e modalità di accoglienza

Mimesis
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Il libro si propone di riflettere, attraverso uno sguardo etnografico, sulla relazione tra la presenza migrante e i contesti geografici (urbani/non urbani) in cui si colloca, facendo emergere i significati strutturali, sociali e simbolici che tale relazione implica per i soggetti “accolti” e per le società “accoglienti”. Esistono numerose modalità di accoglienza dei migranti, praticate con caratteristiche simili ma in contesti socio-politici e geografici diversi, dalle istituzioni statali, internazionali e non governative. Nonostante le similitudini, la presenza migrante assume forme diverse e plasma una particolare idea di spazio e di ordine. Questo volume mette a confronto diverse esperienze etnografiche svolte in contesti europei ed extraeuropei: le ricerche descrivono la forma fisica degli spazi abitati dalle persone migranti, riflettono sulle reciproche influenze tra presenza migrante e spazio urbano/non urbano, osservano le dinamiche economiche, culturali, sociali e politiche in atto e, infine, analizzano le relazioni, le conflittualità e le negoziazioni tra i diversi soggetti implicati.

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Francesca Declich è professoressa in Discipline demo-etno-antropologiche all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha svolto ricerche multisituate sul percorso di migrazione forzata, attraverso l’Africa dell’Est e gli Stati Uniti d’America, dei Somali “Bantu” fuggiti dalla Somalia meridionale a causa della guerra iniziata nel 1990. Su temi migratori ha curato recentemente il libro Translocal Connections across the Indian Ocean (2018).

Silvia Pitzalis è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Antropologa, svolge ricerche etnografiche tra disastri e migrazioni in Italia e all’estero (Sri Lanka, Niger, Senegal). I suoi principali interessi e ambiti di applicazione riguardano la gestione delle emergenze e delle crisi. Si è occupata inoltre di sofferenza sociale e di salute mentale tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

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