Voglio viverla

· LA CASE Books
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Lappuses
Piemērota

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“Mi hanno detto che vivere consiste in una serie di errori. Quando li hai capiti cerchi di evitarli per tirare avanti e soffrire meno.

Mi hanno insegnato ad avere paura di sbagliare, a mettermi in discussione.

Mi hanno consolato, dicendomi che sarebbe arrivato il momento in cui mi sarei alzata e creduto di potercela fare da sola”.

“Mi hanno detto che vivere consiste in una serie di errori”, è il folgorante incipit di Voglio viverla, opera prima di Laura Fagioli.

Capiamo subito, allora, che ci troviamo di fronte al più classico dei romanzi di formazione, ma nel nostro caso non si tratta solo di questo.

La protagonista di questo libro, ripercorrendo le tappe che l’hanno portata fin qui, riesce a farci sentire tutti partecipi della sua vita.

Sì, la sua vita, la sua semplice vita è qualcosa che ci riguarda tutti.

Perché sa raccontarcela con una lingua che è solo apparentemente semplice, e non possiamo non prendere atto che Valentina, l’io narrante di questo romanzo, siamo noi che leggiamo, noi che quotidianamente stiamo in questo mondo.

“Mi sono concessa il lusso di riscoprirmi, di piacermi, e non è stato poi così male. Anzi, credo che sia la forma d’amore più alta che ho conosciuto fin qui”, ci dice a un certo punto: quello che, prima o poi, chiunque di noi vorrebbe potersi dire.

Ma, ancora, Voglio viverla naturalmente non è solo questo. No, perché

Voglio viverla è anche, e soprattutto, un libro dove si parla di scrittura.
La scrittura intesa come necessità istintiva, dolorosa, la scrittura come atto necessario.

In queste pagine indimenticabili ci viene semplicemente detto come scrivere possa anche servire a sfibrare una pena, sciogliere un’oppressione: una verità elementare che, troppo spesso, tutti dimentichiamo.

E allora tutto quello di cui si racconta in questo romanzo, e che può sembrare apparentemente qualcosa di sin troppo “già sentito”, i sogni e i dolori adolescenziali, le amiche di una sera e quelle per sempre, l’amore tradito e l’amore mancato, diventano solo un mero pretesto.

Laura Fagioli ci vuol porre, invece, di fronte ad un’eludibile verità, alla sua verità: “le parole scritte sanno infliggere dolori e regalare piaceri come niente e nessuno è in grado di fare”.

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