La vecchia casa di famiglia in Scozia non è stata un granché nei pensieri di Hazel, negli ultimi anni. È un cottage pericolante, semi-inghiottito dalle erbacce, disperso nel nulla. L’edificio più vicino è un castello in rovina di epoca medioevale, ovviamente disabitato... o almeno così sembra.
Quando Hazel, dopo la morte della madre, si decide a tornare alla vecchia casa per ripulirla e metterla in vendita, non si aspetta di trovare un vicino. Edan è brusco, burbero, scozzese fino al midollo, e ha un cane a cui piace un po’ troppo leccare la faccia alle persone. Ma è anche in grado di accendere un camino a legna e usare un tagliaerba, quindi ha i suoi aspetti positivi.
Ah, ed è bello, a modo suo. Affascinante e scompigliato, anche se scostante. In realtà, conoscendolo meglio, vengono fuori sempre nuovi lati positivi... e un lato negativo davvero ingombrante, visto che Edan non è esattamente un essere umano.
Ma come lui stesso dice a Hazel in tono seccato: «Dannazione, è il 2017, che cosa c’è di così sconvolgente in un vampiro?».
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"Si voltò dal mio lato. La luce della candela giocava sui suoi lineamenti irregolari, eppure affascinanti. Sì, principalmente lo trovavo bello. Sexy. Virile. Con quei capelli scuri in disordine e gli occhi brillanti, la pelle compatta e chiara, il naso affilato e un po’ storto e la bocca... una bocca spaventosa, davvero, ma anche attraente.
Socchiuse gli occhi e inspirò. «Mi piace il tuo odore».
«Sì, l’hai già detto. Non so nemmeno di quale odori parli».
«La tua pelle... l’odore del bagnoschiuma... quello della tua eccitazione».
Rimasi in silenzio. Aveva dovuto dirlo lui perché me ne rendessi conto, ma aveva ragione: avevo il sesso umido, irrorato di sangue, in parte dischiuso. Non ne sentivo l’odore, ma sapevo che se mi avesse sfilato i pantaloni del pigiama si sarebbe diffuso nell’aria.
Lui allungò una mano e mi slacciò il secondo bottone del pigiama, rivelando il solco tra i miei seni. I capezzoli mi si erano induriti e quasi mi facevano male.
«Edan...»
«Ho già detto che non ti mordo» rispose lui, un po’ seccato.
«No, lo so. È un po’... complicato, quello che sento per te».
Mi slacciò un altro bottone.
«Mh-mh».
Sospirai. Quell’avvicinamento lentissimo mi piaceva. E mi piaceva lui, i suoi occhi scintillanti, le sue mani dalle vene in rilievo...
Chiusi gli occhi nello stesso momento in cui lui infilava una mano nella blusa e mi soppesava gentilmente una tetta. I suoi polpastrelli erano lisci come seta."