Paul Devins è autore di tre saggi sul sito megalitico dell'Argimusco (o Argimosco). I tre volumi sono "Il Mistero dell'Argimusco", Lulu 2010, Barbelo & Sophia 2011, ISBN: 978-1-4461-6023-7, "La scoperta dell'Argimusco", Lulu 2011, Barbelo & Sophia 2011 ISBN: 978-1-4467-8484-6 e l'ultimo "Considerazioni propedeutiche per la vendicazione di Arnaldo da Villanova", Lulu 2012, Copyright: Paul Devins 2011, ISBN 978-1-4710-7197-3. Il libro conclusivo sul tema è stato scritto con il supporto di Alessandro Musco, ordinario di Storia della Filosofia medievale presso l'Università di Palermo. Alessandro Musco, recentemente scomparso, il 5 Marzo 2014, è stato uno dei più importanti autori internazionali nel settore degli studi di medievalistica ed il maggiore studioso della figura storica di Federico III d'Aragona di Sicilia, da lui definito “Federico III, il Grande”. Con al suo attivo una vasta bibliografia e una continua attività di promozione/organizzazione di convegni ed eventi culturali, Musco ha studiato vari aspetti del pensiero antico e medievale ed ha al suo attivo saggi e studi su Platone, Aristotele, Agostino d’Ippona, Bernardo di Chiaravalle, Alano di Lilla, Raimondo Lullo. Ha studiato momenti ed aspetti del pensiero ebraico, della tradizione islamica e della cultura greco- bizantina. E' stato fino agli ultimi giorni della sua vita Presidente dell’Officina di Studi Medievali.
E’ stato autore di diverse pubblicazioni tra le quali: Un’angelica sgrammaticatura;La voce del silenzio; Machina Philosophorum. La Biblioteca di Alessandria ed il pellegrinaggio in Oriente; Aldo: il nostro meccanico; Dell’insensato Raimondo, ovvero della differenza come criterio; Contrarietas. Saggi sui saperi medievali; Vir inquisitor sapientie et amator: l’eterno sonno inquieto di Federico II; Di Agostino di Ippona: due saggi sul concetto di filosofia; “Stoicheia” filosofici in siciliano tra duecento e quattrocento; Per un’antropologia del libro: Lettura, Scrittura e Carta Stampata tra Isidoro di Siviglia, Giovanni Tritemio, Tomaso Garzoni e Googleplex.
Lo specchio delle stelle
Nei primi libri il Devins ha presentato le sue tesi sulla connessione stellare dei megaliti. I megaliti sono, secondo il Devins, in relazione con le costellazioni celesti, non in allineamento, come negli altri siti megalitici del mondo, ma quale "specchio" delle stesse costellazioni677. In particolare, tutte le costellazioni poste sulla linea dell’orizzonte si specchiano “toccando” quasi sul terreno le proprie gigantesche controfigure megalitiche sull’Argimosco.Utilizzando il programma “Stellarium” o altri programmi simili, sostiene Devins, al PC si può verificare la precisa coincidenza tra i megaliti (rectius, statue di pietra) e le costellazioni dopo il tramonto nel mese di giugno tra il 1.300 d.C. ed oggi 678). Le costellazioni coincidono nell’ordine di dieci su dieci: dando le spalle a nord, da est ad ovest, Cigno, Freccia, Aquila, Serpente, Ofiuco (Serpentario), Vergine, Leone, Corvo, Idra e Cratere sono poste
677 cfr. P.Devins, Il Mistero dell'Argimusco, pag. 30 e ss, Gazzetta del Sud del 25 agosto 2013, pag. 22 e Settimanale
Centonove del 10 giugno 2011 pag. 35 e da ultimo Marinella Fiume “Sicilia Esoterica” Newton Compton 2013 e
Ignazio Burgio “Civiltà Stellari”, Ultima Books, 2014.
678 cfr. P.Devins La scoperta dell'Argimusco, pag. 72 e ss.
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nello stesso ordine e sequenza dei loro corrispettivi megaliti, con l’eccezione di una costellazione a sud (Libbra) coperta alla vista dal maestoso profilo dell’Etna679.
I simboli dell'alchimia e della medicina astrologica
All’ingresso vi è la “firma” dell' autore del sito: i megaliti del pellicano, della civetta e dell'alambicco sono la perfetta riproduzione di simboli alchemici e del cristianesimo medievale. Secondo Devins, il megalite definito simbolo della "femminilità" rappresenta, in realtà, il Pellicano. Come il Cristo dà il proprio sangue per la salvezza dei suoi figli, così il Pellicano si becca il petto per dare il proprio sangue ai suoi cuccioli.Il simbolo della "virilità maschile" rappresenta, secondo gli autori, in realtà una civetta, simbolo della Dea Minerva e della capacità di vedere nell'occulto680. Dirimpetto insiste un grande megalite a forma di pallone e due travi accostate a formare un triangolo. Questo megalite rappresenta l'alambicco con pallone e un collo piegato (il triangolo), per questo chiamato "pellicano". Nell'iconografia medievale esso è sempre associato al pellicano volatile681.
Nell'ultimo libro il Devins ha individuato, altresì, un megalite riproducente un simbolo dei cavalieri templari682, un sestante di pietra arabo683, quest'ultimo usato per misurare il passaggio della luna attraverso le costellazioni all'orizzonte al fine delle applicazioni di salassi. L'autore individua la funzione di una vasca, usata per allevate le sanguisughe per le dette applicazioni, in associazione con il vicino sestante684.
La cultura islamico-iberica e la paternità del sito
Devins in un testo del 2011, per la prima volta attibuisce la paternità del piano del sito al medico
Arnaldo da Villanova, sulla base dell'esame dei testi astrologici di questi e della coeva medicina
astrale e alchemica proveniente dalla “koinè islamico-iberica”685.
L'ultimo e conclusivo libro è stato scritto con il contributo di Alessandro Musco. Il testo, basato su una
consistente documentazione storiografica, scandaglia i diversi scenari concettuali e probatori e
prepara il terreno per future ricerche accademiche. Tutto ciò che è visibile sul sito, dicono Musco e
Devins, si conferma coerente con il mondo culturale di colui che, secondo loro, è l'autore del piano
dell'Argimusco, il medico-alchimista del Re di Trinacria, Federico III d'Aragona, Arnaldo da Villanova,
e con i contenuti di medicina astrologica e alchemica di molti dei suoi scritti, tra essi il De Sigillis686, il
679 cfr. P.Devins La scoperta..., pag. 74 e Settimanale Centonove del 10 giugno 2011 pag. 35
680 cfr. P.Devins La scoperta, pag. 31 e ss e Settimanale Centonove del 23 marzo 2012, pag. 36/37
681 cfr. P.Devins La scoperta..., pag. 34 e ss.
682 Cfr. P.Devins e A.Musco Argimusco Decoded, pag.56
683 cfr.P.Devins e A.Musco “Argimusco Decoded”, pag.77
684 cfr. P.Devins e A.Musco “Argimusco Decoded”, pag.81
685 Cfr. P.Devins Considerazioni propedeutiche alla vendicazione di Arnaldo da Villanova del 2011 pag. 20 e ss e
Settimanale Centonove del 23 marzo 2012, pag. 37
686 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.111 e ss
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Defloratio Philosphorum687, etc. Arnaldo, secondo gli autori, creò un sito unico al mondo al fine dell'utilizzo dei megaliti quali enormi sigilli/statue di pietra per applicazioni mediche di "melotesia", la medicina stellare di gran voga in epoca medievale, disciplina proveniente dalla raffinata cultura sabea di Harran e portata in Sicilia attraverso la Catalogna. Le prove raccolte confermano l'autenticità di alcune delle opere scritte da Arnaldo da Villanova durante i suoi soggiorni in Sicilia, tra il 1305 e il 1311688, autenticità oggi contestata da alcuni.
Committenza del sito
Altre presenze architettoniche e culturali presenti nella vicina cittadina di Montalbano Elicona corroborano la tesi che riconduce al mondo e all'entourage beghino catalano di Arnaldo da Villanova l'ideazione dell'Argimusco689. Nel sito gli autori individuano la statua della costellazione della Vergine quale omaggio di Arnaldo, anticipato anche nel suo ultimo scritto Informaciò, a quella che sostengono essere la donatrice del sito, la Regina di Sicilia, Eleonora d'Angiò, moglie del Re Federico III d'Aragona. Nella stessa posa in preghiera con le mani intrecciate, posizione peraltro ritenuta di malaugurio in epoca greco-romana690, la Regina è ritratta nei mosaici siti nell'abside della Cattedrale di Messina. Gli autori ipotizzano anche la provenienza delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione nonché le modalità amministrative e operative intraprese per la stessa691. Il merito sarebbe dovuto alla Regina Eleonora, devota discepola di Arnaldo da Villanova e il cui fratello, Roberto d'Angiò, Re di Napoli, era tra l'altro appassionato d'alchimia: ella avrebbe finanziato riservatamente l'opus mediante un tributo speciale sul proprio patrimonio della Camera Reginale, exenium stabilito con atto emesso dal Castello di Montalbano il 26 agosto 3011. Tale tributo (exenium) sarebbe stato poi contestato dai cittadini di Siracusa che avrebbero messo in atto una sorta di resistenza fiscale692. L’opera poi è stata realizzata sull'attiguo demanio reale montano usato per la caccia al falcone praticata dal re693.
Tracce successive
Discusso il forte interesse della casata reale Aragonese per l'astrologia tanto nelle applicazione mediche che nella politica, inaspettatamente, gli autori trovano, poi, un forte indizio sul finanziamento da parte di Eleonora, in un posto lontano da Montalbano, a Belpasso, in provincia di Catania, ove
687 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.117 e ancora Settimanale Centonove del 23 marzo 2012, pag. 36/37 688 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.124 e Settimanale Centonove del 23 marzo 2012, pag. 36/37
689 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded a pag.157 su due chiese montalbanesi e a pag. 165 sulla presunta tomba di
Arnaldo nonché Settimanale Centonove del 29 marzo 2013, pag. 30/31
690 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded a pag. 185, Gazzetta del Sud del 25 agosto 2013, pag. 22 e Settimanale
Centonove del 6 settembre 2013, pag. 26/27
691 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.171 e Settimanale Centonove del 6 settembre 2013, pag. 26/27
692 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.171 e Settimanale Centonove 25 aprile 2014, pag. 30-31
693 cfr. P.Devins e A.Musco “...Decoded pag.180 e ss
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esistono ancora tracce del passaggio di quella regina694. Il toponimo e lo stendardo in uso in un quartiere ancora ricordano Eleonora quale “Stella d'Aragona”, poiché appassionata delle stelle, confermando lei quale probabile fautrice dello “specchio delle stelle” per la medicina. Infine, altre conferme sull'attribuzione a Arnaldo della paternità del piano gli autori le trovano in altri testi posteriori, quali un'iconografia presente in un testo di Giovan Battista della Porta del 1610695, un sonetto del Santinelli del 1659696, etc.
In contrasto con la teoria medievale, l'autore locale Giuseppe Todaro ha ribadito la sua tesi sull'origine preistorica del sito e sulla simbologia sessuale dei megaliti.697