Se fino a ieri l’unica regola era «non fermarsi», ora sui tavoli dei sindaci di tutto il mondo c’è l’ipotesi che il secolo delle città volga al termine subito dopo aver sfiorato il suo apogeo. La minaccia mai scomparsa delle disuguaglianze e delle povertà si somma alla necessità di stabilire nuove forme di convivenza con ciò che città non è. Eppure, sottoponendo a vaglio critico il dibattito internazionale e le strategie di adattamento dispiegate nel mezzo dello shock, potremmo scoprire che le città vincono ancora. Perché sono capaci di incubare fenomeni e ceti emergenti, perché alla costante ricerca di un quadro politico che ne liberi le potenzialità di innovazione e inclusione.
Nato da una decennale esperienza di governo della città di Milano, e dallo sguardo della ricercatrice sociale, questo libro propone esempi di politiche al servizio dei cittadini, organizzazioni e imprese a impatto sociale, riuso di spazi ibridi, near-working: sono solo alcuni dei modi possibili per progettare le «città prossime», città a misura d’uomo, vicine agli abitanti e ai loro bisogni, in cui ognuno potrà raggiungere i principali servizi in 15 minuti.