Una sera come un’altra: computer, tisana, chiacchierata al cellulare. Ma alle tre di notte, l’inferno. E il mattino dopo, un’altra vita.
Il terremoto del 2009 in Abruzzo raccontato da un ragazzo di trent’anni, che in seguito al sisma decide di trasferirsi in camper pur di non dover rinunciare a ciò che più ama: scrivere romanzi. Un viaggio attraverso i primi giorni post-terremoto, la disperazione e la rinascita, e infine la vita in camper fra le vette delle montagne. La riscoperta del quotidiano e l’abbandono del superfluo in un’autobiografia che rifugge la retorica e il melodramma in favore di riflessioni ironiche, irriverenti e non prive di un velo d’umorismo.
Alcune citazioni dall’opera:
“Fra le mura di una città che non è più una città, il mio camper rappresenta forse l’unico brandello di normalità, l’unico elemento ordinario e funzionale della mia nuova vita. Nonostante tutto, sono riuscito a trovare il mio posto in questa catastrofica realtà. Ho la fortuna di poter spostare la mia piccola casa da un luogo all’altro, fra piazze, vicoli e strade, dove case non ve ne sono più.”
“Vivere in camper non è la strada obbligata che dovrebbe seguire chiunque abbia problemi economici, o una gran voglia di liberarsi da pesi e vincoli, o chi desideri semplicemente assecondare il proprio spirito di avventura. Vivere in camper è solo una strada, una come un’altra, che chiunque può scegliere.”
“A prescindere dalle motivazioni di ognuno, credo che spesso il film della propria vita vada vissuto non solo come regista, ma anche come spettatore, in modo da fornire al nostro io-regista i giusti consigli su come procedere. Forse è l’unico modo per non doverci scoprire un giorno come spettatori di un film di merda.”