Un mattatoio. È quello che trova Erica Franzoni, commissario capo della Mobile di Genova, durante il sopralluogo nell'appartamento della vittima. Aveva conosciuto Margit un anno prima, quando la donna si era presentata in questura in una grigia mattina di pioggia. Si era separata dal marito, che però non si rassegnava, e aveva paura che accadesse qualcosa di brutto. Lui, penalista di successo, era stato convincente nella parte dell'uomo tranquillo e inoffensivo. Ora, una mattina di un anno dopo, ha sgozzato l'ex moglie con un coltello e si è tolto la vita piantandoselo nel cuore. Lei dev'essersi difesa a lungo, da una stanza all'altra, in una scia di sangue. Intorno ai due corpi stesi sul letto l'odore di morte violenta è insopportabile. Come il senso di colpa. Erica avrebbe dovuto crederle. Avrebbe potuto salvarla. Quello che può fare adesso è andare fino in fondo, scavare alle radici di questo omicidio-suicidio pieno di ombre. Per riportare almeno un barlume di luce in una città segnata per sempre da una tragedia collettiva.