La caduta di Wembley: Il racconto di Euro 2021

· Andrea Pontone
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Wembley non c’è più. Il significato apostolico del tempio del calcio inglese, incarnazione del più puro senso di ostentazione della targa di maestri e inventori del football, non ha più ragione di esistere. L’Inghilterra aveva un’occasione storica, unica, irripetibile. I sessantamila (non distanziati e senza mascherina) che intonano all’unisono il grido anglicano “God save the Queen” sono in quel momento convinti, pochi istanti prima del calcio d’inizio, di trasmettere energia positiva al gruppo guidato da Southgate. E invece, accade l'esatto contrario. 11 luglio 2021: trentanove anni dopo il magico trionfo di Madrid al Mondiale contro la Germania, nel primo anniversario senza Paolo Rossi, l’Italia conquista il secondo titolo europeo della sua storia. Che sia l’inizio di un nuovo corso.

Lo slogan che va di moda adesso (quantomeno prima del semestre bianco) è “unità nazionale”: ben venga, in questo momento, non vergognarsi più della nostra identità. Vola, Italia, a testa alta e con la coscienza pulita: come la colomba che inneggiava Nilla Pizzi, come il vessillo tricolore che svetta, solenne, sul prato di Wembley. Da questa sera, per sempre, al centro del campo sventolerà, idealmente, la nostra bandiera. Il verde della nostra flora, colore della speranza. Il bianco delle cime innevate delle Alpi, colore dell'intelligenza spirituale. E infine, il rosso del sangue versato dai nostri Eroi per la causa della Patria.

L’Italia si è risollevata dal fondo del barile, raggiungendo in soli tre anni e mezzo la gloria eterna. D’altronde l’ha rivelato Dante Alighieri, il più celebre scrittore italiano della storia, che più profonda è la discesa di redenzione e più alta, di conseguenza, sarà l’ascesa. Il calcio in questo ha anche un significato spirituale: in un momento nel quale gli italiani stanno vivendo mesi di sbandamento, sulle note di una “Musica Leggerissima” che fotografa brillantemente lo stato d’animo e la tavolozza sbiadita di colori che albergano nei cuori del nostro popolo, nei cui tessuti sono iscritte ferite secolari, ecco che il tanto evocato Risorgimento Azzurro apre nuovi scenari e prospettive mai viste. Ad esempio, l’Italia che primeggia in Europa.

Um höfundinn

Andrea Pontone è un giornalista e scrittore italiano, direttore delle riviste 'Corriere Nerazzurro' e 'Rete Tricolore' oltre che autore discografico. Esperto di storia e filosofia dello sport, ha perfezionato i suoi studi negli ambiti dell'osservazione calcistica (in quanto scopritore di talenti e consulente) e delle metodologie di allenamento, declinate nelle loro forme tattiche, fisiche e psicologiche.

"Italia '34 - Il racconto del Mondiale che ha cambiato la storia del calcio" è il suo primo saggio, con prefazione di Bruno Pizzul. Nell'agosto del 2020 autoproduce il libro "L'Inter di Antonio Conte 2019/20 - 'Primi tra i perdenti', nell'era Covid": una raccolta di quasi 600 pagine che ripercorre la stagione nerazzurra. Nel 2021 pubblica il saggio "Flusso di genialità - Fenomenologia di Francesco Gabbani", la sua prima opera da critico musicale.

Bruno Pizzul ha scritto di lui: "Ha già tratto dall'attività giornalistica soddisfazioni e riconoscimenti, si può ben dire, meritatissimi. Una pacca sulla spalla e un bravo di cuore".

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