Storia di una Capinera

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107
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Idoneo

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Le lettere di Maria all’amica e confidente Marianna, scritte dalla sapiente penna di Giovanni Verga, capace di imprimere nelle pagine di questo romanzo tutta la forza di un amore che non può esprimersi e che consuma. E’ lo stesso autore, nella prefazione al romanzo, pubblicato nel 1871, a scrivere:

“Era morta, povera capinera! Eppure il suo scodellino era pieno. Era morta perché in quel corpici- no c'era qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete.


Allorché la madre dei due bimbi, innocenti e spietati carnefici del povero uccelletto, mi narrò la storia di un'infelice di cui le mura del chiostro avevano imprigionato il corpo, e la superstizione e l'amore avevano torturato lo spirito: una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i gior- ni, storia di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lagrime o di far sentire la sua preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto; io pensai alla povera capinera. Ecco perché l'ho intitolata: Storia di una Capinera.

Valutazioni e recensioni

4,5
13 recensioni
Paola Quitadamo
27 maggio 2015
Il commovente racconto di una novizia attraverso le sue lettere ad un'amica, scoprendo giorno dopo giorno un destino che non le appartiene.
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Cleopatra Langella
9 marzo 2016
È qualcosa di eccezionale alla fine ho pianto tantissimo
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anisa helmi
30 settembre 2015
Lo adoro e non mi stanco mai di rileggerlo
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Informazioni sull'autore

 Verga nasce nel 1840 a Catania da una famiglia benestante di idee liberali.  Col passare degli anni Verga decise di dedicarsi totalmente al mestiere di scrittore. Così abbandona gli studi in legge (1869) e si trasferisce a Firenze, allora capitale del regno. Tre anni dopo si stabilisce a Milano, vero centro della cultura nazionale e dell'industria editoriale.  Tra il 1866-1875 Verga raggiunse il successo con una serie di romanzi che narrano vicende passionali ambientate nel mondo aristocratico. Nel frattempo Verga amplia i suoi riferimenti culturali: legge i realisti francesi. Mentre in Italia si apre il dibattito sulla questione meridionale: in questo clima nasce il suo progetto di un ciclo di cinque romanzi ambientati in Sicilia ( I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, La duchessa di Leyra, L'onorevole Scipioni, L'uomo di lusso). Dei suoi testi per il teatro quello che fa maggior successo è Cavalleria rusticana (1884), storia a forti tinte di un “delitto d'onore”. Nel 1893 compie a ritroso il viaggio della sua giovinezza e si trasferisce definitivamente a Catania. Tornato in Sicilia, continua a scrivere ma il lavoro che più gli sta a cuore non riesce a prender forma, e col passare degli anni finisce per rinunciare alla letteratura. Nel 1922 muore a Catania. 

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