STUDI ETRUSCHI

Latest release: September 5, 2018
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Il Dizionario della Lingua Etrusca (sigla DETR) è in assoluto il primo e fino ad ora l’unico vocabolario generale che sia stato pubblicato sulla lingua etrusca. La sua composizione ha richiesto all’Autore un lavoro che è durato quasi 35 anni.

Esso contiene circa 8.500 vocaboli, cioè tutti quelli che sono stati rinvenuti in iscrizioni di vario genere fino al presente ed esattamente fino all’anno 2012. Di ciascuno di questi vocaboli nel DETR sono presentati tutti i dati che sono stati fino ad ora acquisiti dalla scienza linguistica, la quale opera sulla lingua etrusca da oltre 150 anni. L’Autore si lusinga di avere raccolto e presentato tutte le scoperte fatte dai numerosi linguisti precedenti e anche quelle – non poche – fatte da lui personalmente.
Ovviamente molte cose della lingua etrusca risultano non ancora chiarite, tanto è vero che il DETR per non pochi vocaboli riporta la dicitura “vocabolo di significato ignoto”.
Nel DETR risultano tradotte circa 2.000 iscrizioni etrusche, fra le quali alcune abbastanza lunghe, cioè «La scritta dell’Arringatore», «La scritta di San Manno di Perugia», «L’elogio funebre di Laris Pulenas», «L’epitafio di Lartia Cilnia». Della «Tabula Cortonensis», della «Tabula Capuana» e del «Liber linteus della Mummia di Zagabria» figurano tutti i singoli vocaboli, assieme con la traduzione di qualche frase relativa ad un determinato vocabolo.
Nel DETR sono confluiti tutti i risultati delle opere che il prof. Pittau aveva in precedenza dedicato alla lingua etrusca e precisamente: La lingua dei Sardi Nuragici e degli Etruschi
(1981); Lessico etrusco-latino comparato col nuragico (1984); Testi etruschi tradotti e commentati – con vocabolario (1990); Origine e parentela dei Sardi e degli Etruschi – saggio storico-linguistico (1995);
La Lingua Etrusca – grammatica e lessico (1997);Tabula Cortonensis, Lamine di Pirgi e altri testi etruschi tradotti e commentati (2000), Dizionario della Lingua Etrusca (2005), Toponimi Italiani di origine etrusca (2006), Dizionario Comparativo Latino-Etrusco (2009), I grandi testi della Lingua Etrusca – tradotti e commentati (2011), Lessico italiano di origine etrusca – 407 appellativi 207 toponimi (2011), Lessico della lingua etrusca (2013), 600 Iscrizioni Etrusche – tradotte e commentate (2013).
Di certo il DETR costituirà una delle tappe fondamentali nella lunga storia degli studi relativi alla lingua etrusca. L’Autore nutre anche la fondata speranza che termini finalmente l’opinione largamente diffusa persino tra uomini di cultura e di cultura umanistica, secondo cui la lingua etrusca è ancora tutta un “mistero”, una lingua di cui non si sa nulla o quasi nulla, una lingua che attende ancora di essere “decifrata” del tutto e dall’inizio….

Tratto dall'introduzione al "Dizionario della Lingua Etrusca" di Massimo Pittau

DIZIONARIO DELLA LINGUA ETRUSCA: Dictionary Of The Etruscan Language
Book 2 · Apr 2018 ·
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Il Dizionario della Lingua Etrusca (sigla DETR) è in assoluto il primo e fino ad ora l’unico vocabolario generale che sia stato pubblicato sulla lingua etrusca. La sua composizione ha richiesto all’Autore un lavoro che è durato quasi 35 anni.

Esso contiene circa 8.500 vocaboli, cioè tutti quelli che sono stati rinvenuti in iscrizioni di vario genere fino al presente ed esattamente fino all’anno 2012. Di ciascuno di questi vocaboli nel DETR sono presentati tutti i dati che sono stati fino ad ora acquisiti dalla scienza linguistica, la quale opera sulla lingua etrusca da oltre 150 anni. L’Autore si lusinga di avere raccolto e presentato tutte le scoperte fatte dai numerosi linguisti precedenti e anche quelle – non poche – fatte da lui personalmente.
Ovviamente molte cose della lingua etrusca risultano non ancora chiarite, tanto è vero che il DETR per non pochi vocaboli riporta la dicitura “vocabolo di significato ignoto”.
Nel DETR risultano tradotte circa 2.000 iscrizioni etrusche, fra le quali alcune abbastanza lunghe, cioè «La scritta dell’Arringatore», «La scritta di San Manno di Perugia», «L’elogio funebre di Laris Pulenas», «L’epitafio di Lartia Cilnia». Della «Tabula Cortonensis», della «Tabula Capuana» e del «Liber linteus della Mummia di Zagabria» figurano tutti i singoli vocaboli, assieme con la traduzione di qualche frase relativa ad un determinato vocabolo.
Nel DETR sono confluiti tutti i risultati delle opere che il prof. Pittau aveva in precedenza dedicato alla lingua etrusca e precisamente: La lingua dei Sardi Nuragici e degli Etruschi
(1981); Lessico etrusco-latino comparato col nuragico (1984); Testi etruschi tradotti e commentati – con vocabolario (1990); Origine e parentela dei Sardi e degli Etruschi – saggio storico-linguistico (1995);
La Lingua Etrusca – grammatica e lessico (1997);Tabula Cortonensis, Lamine di Pirgi e altri testi etruschi tradotti e commentati (2000), Dizionario della Lingua Etrusca (2005), Toponimi Italiani di origine etrusca (2006), Dizionario Comparativo Latino-Etrusco (2009), I grandi testi della Lingua Etrusca – tradotti e commentati (2011), Lessico italiano di origine etrusca – 407 appellativi 207 toponimi (2011), Lessico della lingua etrusca (2013), 600 Iscrizioni Etrusche – tradotte e commentate (2013).
Di certo il DETR costituirà una delle tappe fondamentali nella lunga storia degli studi relativi alla lingua etrusca. L’Autore nutre anche la fondata speranza che termini finalmente l’opinione largamente diffusa persino tra uomini di cultura e di cultura umanistica, secondo cui la lingua etrusca è ancora tutta un “mistero”, una lingua di cui non si sa nulla o quasi nulla, una lingua che attende ancora di essere “decifrata” del tutto e dall’inizio….

Tratto dall'introduzione al "Dizionario della Lingua Etrusca" di Massimo Pittau

LA LINGUA ETRUSCA: Grammatica e Lessico
Book 4 ·
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LA LINGUA ETRUSCA Grammatica e lessico IIª edizione riveduta e migliorata 

FONOLOGIA E MORFOLOGIA

LA LINGUA ETRUSCA: Grammatica e Lessico
Book 4 · Jun 2018 ·
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LA LINGUA ETRUSCA Grammatica e lessico IIª edizione riveduta e migliorata 

FONOLOGIA E MORFOLOGIA

DIZIONARIO COMPARATIVO LATINO - ETRUSCO
Book 5 ·
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 PREFAZIONE
Sono dell'avviso che il titolo della presente opera Dizionario Comparativo Latino-Etrusco sia già per se stesso del tutto chiaro e significativo circa il problema che esso tratta: esso contiene un elenco di circa 2.350 vocaboli latini (antroponimi, toponimi ed appellativi) i quali corrispondono ad altrettanti vocaboli etruschi. 
In effetti il verbo da me adoperato corrispondere fa preciso riferimento a quell’operazione che noi linguisti chiamiamo «comparazione»; e in realtà questo mio Dizionario procede a comparare fra loro 2.350 vocaboli latini ed etruschi.
In glottologia o linguistica storica la «comparazione» non è la stessa cosa della «derivazione» dei vocaboli, ossia della loro “origine” od “etimologia”. Questo Dizionario pertanto persegue ed indica la «comparazione» di vocaboli latini con altrettanti etruschi e viceversa, mentre lascia da parte il problema della loro “derivazione” od “etimologia”. Quest’ultimo problema invece è lasciato e demandato ad altri eventuali studi di altri eventuali linguisti.
Su questo differente problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini ed etruschi studiati, io qui mi limito a fare questa sola considerazione: la “derivazione” può avere una direzione orizzontale ed inversa, cioè procedere dal latino all’etrusco ovvero dall’etrusco al latino; oppure può avere un direzione verticale, dall’alto verso il basso, cioè procedere da una eventuale comune lingua-madre originaria (non sono pochi i linguisti che sostengono che anche l’etrusco è una lingua indoeuropea) oppure dal basso verso l’alto (dal greco al latino e all’etrusco, oppure dal cosiddetto “sostrato mediterraneo” al latino e all’etrusco).
Di questo problema specifico della “derivazione” o della “etimologia” io nel presente Dizionario parlo molto poco e se non in rare e fortunate occasioni, motivando questa mia rinunzia col fatto che l’opera di “comparazione” che ho effettuato fra il latino e l’etrusco è stata già un lavoro molto lungo, faticoso e impegnativo. Adesso si facciano avanti altri linguisti a continuare la ricerca e a tentare dunque anche il problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini e di quelli etruschi trattati.

Massimo Pittau
DIZIONARIO COMPARATIVO LATINO - ETRUSCO
Book 5 · Apr 2018 ·
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 PREFAZIONE Sono dell'avviso che il titolo della presente opera Dizionario Comparativo Latino-Etrusco sia già per se stesso del tutto chiaro e significativo circa il problema che esso tratta: esso contiene un elenco di circa 2.350 vocaboli latini (antroponimi, toponimi ed appellativi) i quali corrispondono ad altrettanti vocaboli etruschi. In effetti il verbo da me adoperato corrispondere fa preciso riferimento a quell’operazione che noi linguisti chiamiamo «comparazione»; e in realtà questo mio Dizionario procede a comparare fra loro 2.350 vocaboli latini ed etruschi. In glottologia o linguistica storica la «comparazione» non è la stessa cosa della «derivazione» dei vocaboli, ossia della loro “origine” od “etimologia”. Questo Dizionario pertanto persegue ed indica la «comparazione» di vocaboli latini con altrettanti etruschi e viceversa, mentre lascia da parte il problema della loro “derivazione” od “etimologia”. Quest’ultimo problema invece è lasciato e demandato ad altri eventuali studi di altri eventuali linguisti. Su questo differente problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini ed etruschi studiati, io qui mi limito a fare questa sola considerazione: la “derivazione” può avere una direzione orizzontale ed inversa, cioè procedere dal latino all’etrusco ovvero dall’etrusco al latino; oppure può avere un direzione verticale, dall’alto verso il basso, cioè procedere da una eventuale comune lingua-madre originaria (non sono pochi i linguisti che sostengono che anche l’etrusco è una lingua indoeuropea) oppure dal basso verso l’alto (dal greco al latino e all’etrusco, oppure dal cosiddetto “sostrato mediterraneo” al latino e all’etrusco). Di questo problema specifico della “derivazione” o della “etimologia” io nel presente Dizionario parlo molto poco e se non in rare e fortunate occasioni, motivando questa mia rinunzia col fatto che l’opera di “comparazione” che ho effettuato fra il latino e l’etrusco è stata già un lavoro molto lungo, faticoso e impegnativo. Adesso si facciano avanti altri linguisti a continuare la ricerca e a tentare dunque anche il problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini e di quelli etruschi trattati. Massimo Pittau
TOPONIMI TOSCANI DI ORIGINE ETRUSCA
Book 7 ·
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 PREMESSA
Praticamente nella prima metà dello scorso secolo XX il linguista Silvio Pieri aveva fatto un grande dono alla Toscana, sua terra di origine (era nato a Lucca): aveva proceduto a comporre e a pubblicare, in termini scientifici, l'intero corpus toponomastico della sua regione, con le sue tre opere: Toponomastica delle Valli del Serchio e della Lima (1898); Toponomastica della valle dell'Arno (1919); Toponomastica della Toscana meridionale (valli della Fiora, dell'Ombrone, della Cècina e fiumi minori) e dell'Arcipelago toscano (1969) (postuma a cura di G. Garosi).
Queste opere contenevano il materiale raccolto e studiato in altrettanti capitoli: I) Nomi locali derivati da nomi personali etruschi; II) Nomi locali derivati da nomi personali latini; III) Nomi locali derivati da nomi personali germanici; IV) Nomi locali derivati da nomi di piante; V) Nomi locali derivati da nomi d'animali; VI) Nomi locali derivati da, o formati con appellativi; VII) Nomi locali relativi alle condizioni del suolo; VIII Nomi locali di varia origine; IX) Nomi locali origine incerta.
Solamente nella sua prima opera il Pieri aveva tralasciato del tutto il riferimento ad eventuali toponimi di origine etrusca, dato che in quegli anni era una tesi ritenuta pacifica che gli Etruschi non avessero varcano neppure nella Lucchesia il tradizionale confine costituito dal fiume Arno [tesi in seguito distrutta soprattutto da Michelangelo Zecchini, Lucca Etrusca (1999)]. Per questo fatto in effetti io risulto svantaggiato a paragone delle due opere successive del Pieri, per il motivo che egli nella prima non ha presentato un capitolo dedicato appositamente all'argomento. E per questo motivo io mi vedo costretto a fare invece riferimento solamente al capitolo che egli ha intitolato “Nomi locali di ragione oscura e incerta”.
In ogni modo già l'elenco di tutti i sopra citati capitoli dice la ampiezza e la completezza degli studi effettuati da Silvio Pieri, sul quale condivido appieno le lodi espresse da Giuliano Bonfante nella Prefazione che egli ha composto per l'opera postuma dello studioso toscano.
C'è da parte mia un unico rilievo al lavoro generale del Pieri e riguarda la parte che egli ha dedicato ai toponimi toscani di probabile origine etrusca. Questa parte è ormai “vecchia”, ossia è superata dagli studi recenti mandati aventi in questi ultimi decenni, per due fondamentali ragioni: 1ª) Dal periodo del Pieri fino al presente il materiale etrusco rinvenuto è pressoché raddoppiato; 2ª) La conoscenza che oramai abbiamo della lingua etrusca è stata ampliata di molto rispetto a quella che se ne aveva allora.

(Continua la lettura all'interno...)
TOPONIMI TOSCANI DI ORIGINE ETRUSCA
Book 7 · Apr 2018 ·
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 PREMESSA Praticamente nella prima metà dello scorso secolo XX il linguista Silvio Pieri aveva fatto un grande dono alla Toscana, sua terra di origine (era nato a Lucca): aveva proceduto a comporre e a pubblicare, in termini scientifici, l'intero corpus toponomastico della sua regione, con le sue tre opere: Toponomastica delle Valli del Serchio e della Lima (1898); Toponomastica della valle dell'Arno (1919); Toponomastica della Toscana meridionale (valli della Fiora, dell'Ombrone, della Cècina e fiumi minori) e dell'Arcipelago toscano (1969) (postuma a cura di G. Garosi). Queste opere contenevano il materiale raccolto e studiato in altrettanti capitoli: I) Nomi locali derivati da nomi personali etruschi; II) Nomi locali derivati da nomi personali latini; III) Nomi locali derivati da nomi personali germanici; IV) Nomi locali derivati da nomi di piante; V) Nomi locali derivati da nomi d'animali; VI) Nomi locali derivati da, o formati con appellativi; VII) Nomi locali relativi alle condizioni del suolo; VIII Nomi locali di varia origine; IX) Nomi locali origine incerta. Solamente nella sua prima opera il Pieri aveva tralasciato del tutto il riferimento ad eventuali toponimi di origine etrusca, dato che in quegli anni era una tesi ritenuta pacifica che gli Etruschi non avessero varcano neppure nella Lucchesia il tradizionale confine costituito dal fiume Arno [tesi in seguito distrutta soprattutto da Michelangelo Zecchini, Lucca Etrusca (1999)]. Per questo fatto in effetti io risulto svantaggiato a paragone delle due opere successive del Pieri, per il motivo che egli nella prima non ha presentato un capitolo dedicato appositamente all'argomento. E per questo motivo io mi vedo costretto a fare invece riferimento solamente al capitolo che egli ha intitolato “Nomi locali di ragione oscura e incerta”. In ogni modo già l'elenco di tutti i sopra citati capitoli dice la ampiezza e la completezza degli studi effettuati da Silvio Pieri, sul quale condivido appieno le lodi espresse da Giuliano Bonfante nella Prefazione che egli ha composto per l'opera postuma dello studioso toscano. C'è da parte mia un unico rilievo al lavoro generale del Pieri e riguarda la parte che egli ha dedicato ai toponimi toscani di probabile origine etrusca. Questa parte è ormai “vecchia”, ossia è superata dagli studi recenti mandati aventi in questi ultimi decenni, per due fondamentali ragioni: 1ª) Dal periodo del Pieri fino al presente il materiale etrusco rinvenuto è pressoché raddoppiato; 2ª) La conoscenza che oramai abbiamo della lingua etrusca è stata ampliata di molto rispetto a quella che se ne aveva allora. (Continua a leggere dentro il testo...)
LINGUA ETRUSCA INDOEUROPEA
Book 7 · Jul 2018 ·
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 CONTENUTI:

Premessa

L’etrusco “lingua flessiva”

La Morfologia

Il genere

La declinazione del nome

Il nominativo

Il genitivo

Il genitivo rideterminato

Il genitivo patronimico fossilizzato

Il dativo

L’accusativo

Il vocativo

Il locativo

L’ablativo

L’aggettivo

Il numerale

Il pronome

I pronomi dimostrativi

La declinazione dei pronomi dimostrativi

L’articolo determinativo enclitico

Il verbo

L’imperativo

Il participio presente

Il participio passato, medio e passivo

La preposizione

L’avverbio

La congiunzione

Il Lessico

Sigle e bibliografia

NOMI DI LUOGO ETRUSCHI O ETRUSCO-LATINI IN ITALIA SETTENTRIONALE
Book 8 ·
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PREMESSA
È cosa nota che nel secolo VI avanti Cristo gli Etruschi avevano sorpassato l'Appennino tosco-emiliano ed avevano dilagato nella pianura padana, fondando le città di Felsina (Bologna), Mutina (Modena), Mantua (Mantova) e probabilmente anche Crema, Cremona, Parma e Verona (vedi). Ovviamente essi erano stati spinti a quella invasione in primo e principale modo perché erano stati attirati dalle grandi risorse agricole di quelle terre, caratterizzate come erano da una pianura del tutto libera e inoltre fornita di ampie risorse idriche. Ma oltre a ciò gli Etruschi si infilarono in tutte le valli del cerchio alpino alla ricerca di giacimenti di minerali, indispensabili per la loro grande capacità di lavorazione di metalli, in primo luogo il ferro, e al loro vasto commercio di manufatti di metallo. È evidente che la scoperta di giacimenti di minerali si effettua molto più comunemente nelle valli della montagne, in virtù delle scarpate verticali ed esposte alla vista ed pure in virtù delle frane che avvengono di frequente.
Ebbene, numerosi nomi di luogo o toponomi della valle padana e pure delle propaggini delle catene alpina e appenninica sono altrettanti relitti della antica presenza degli Etruschi in quelle zone. Sono quelli che io definisco “nomi di luogo o toponimi etruschi”. Ma oltre che questi esistono pure toponimi che si debbono classificare e definire “etrusco-latini”, toponimi cioè che da originari toponimi “etruschi” si erano in seguito trasformati in “toponimi latini”. Ed è del tutto ovvio ed evidente che i toponimi etrusco-latini sono in genere più recenti ed anche molto più numerosi.
Si deve poi precisare che talvolta è abbastanza facile distinguere un “toponimo etrusco” da un “toponimo etrusco-latino”, ma molto spesso non lo è affatto.
Comunque, per questi esatti motivi si spiega il titolo della mia presente pubblicazione: “Nomi di luogo etruschi o etrusco-latini in Italia settentrionale”.
Ancora è necesario fare una importante precisazione e cioè una importante distinzione. In toponomastica, come sezione della linguistica storica che studia i nomi di luogo o toponimi, si deve distinguere accuratamente la “cosa” (sito, centro abitato, regione, fiume, lago, monte) dal suo “nome”. Ad esempio, un centro abitato può ben avere un nome etrusco o etrusco-latino, ma la sua fondazione non è affatto degli Etruschi né dei Latini o Romani, ma è di popolazioni precedenti (nel caso nostro i Liguri, i Celti o Galli, i Germani, gli Slavi) (vedi Bergamo). In realtà è avvenuto che, siccome anche nell'Italia settentrionale la scrittura è stata importata dagli Etruschi, la scritturazione dei toponimi sia stata quella etrusca e inoltre, essendo questa scritturazione etrusca la prima affermatasi e l'unica esistente, ha logicamente finito per imporsi, cancellando la denominazione originaria di siti dei Liguri o dei Celti o dei Germani o degli Slavi.
E su questo argomento si deve precisare che la scritturazione di un toponimo, una volta avvenuta, ottiene l'effetto non soltanto di “ufficializzarlo”, ma pure quello di “cristallizzarlo” o “fossilizzarlo” rispetto alle evoluzioni fonetiche che normalmente investono pure i toponimi. Anche e soprattutto nei toponimi dell'Italia settentrionale si assiste alle numerose ed ampie mutazioni fonetiche che col passare del tempo hanno subìto i toponimi rispetto alla loro forma originaria ed “ufficiale”.
Infine debbo precisare che questo mio lavoro è assai lontano dal contenere l'elenco completo e la analisi di tutti i toponimi dell'Italia settentrionale, quelli che si possono trovare nelle carte dell'Istituto Geografico Militare (I.G.M.) e nelle mappe catastali dei singoli comuni. Questo mio lavoro è solamente un primo e piccolo saggio di quella ricerca, al quale spero di fare seguire altri saggi, finché la vita e la salute mi sorreggerà.

Massimo Pittau
NOMI DI LUOGO ETRUSCHI O ETRUSCO-LATINI IN ITALIA SETTENTRIONALE
Book 8 · Apr 2018 ·
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 PREMESSA È cosa nota che nel secolo VI avanti Cristo gli Etruschi avevano sorpassato l'Appennino tosco-emiliano ed avevano dilagato nella pianura padana, fondando le città di Felsina (Bologna), Mutina (Modena), Mantua (Mantova) e probabilmente anche Crema, Cremona, Parma e Verona (vedi). Ovviamente essi erano stati spinti a quella invasione in primo e principale modo perché erano stati attirati dalle grandi risorse agricole di quelle terre, caratterizzate come erano da una pianura del tutto libera e inoltre fornita di ampie risorse idriche. Ma oltre a ciò gli Etruschi si infilarono in tutte le valli del cerchio alpino alla ricerca di giacimenti di minerali, indispensabili per la loro grande capacità di lavorazione di metalli, in primo luogo il ferro, e al loro vasto commercio di manufatti di metallo. È evidente che la scoperta di giacimenti di minerali si effettua molto più comunemente nelle valli della montagne, in virtù delle scarpate verticali ed esposte alla vista ed pure in virtù delle frane che avvengono di frequente. Ebbene, numerosi nomi di luogo o toponomi della valle padana e pure delle propaggini delle catene alpina e appenninica sono altrettanti relitti della antica presenza degli Etruschi in quelle zone. Sono quelli che io definisco “nomi di luogo o toponimi etruschi”. Ma oltre che questi esistono pure toponimi che si debbono classificare e definire “etrusco-latini”, toponimi cioè che da originari toponimi “etruschi” si erano in seguito trasformati in “toponimi latini”. Ed è del tutto ovvio ed evidente che i toponimi etrusco-latini sono in genere più recenti ed anche molto più numerosi. Si deve poi precisare che talvolta è abbastanza facile distinguere un “toponimo etrusco” da un “toponimo etrusco-latino”, ma molto spesso non lo è affatto. Comunque, per questi esatti motivi si spiega il titolo della mia presente pubblicazione: “Nomi di luogo etruschi o etrusco-latini in Italia settentrionale”. Ancora è necesario fare una importante precisazione e cioè una importante distinzione. In toponomastica, come sezione della linguistica storica che studia i nomi di luogo o toponimi, si deve distinguere accuratamente la “cosa” (sito, centro abitato, regione, fiume, lago, monte) dal suo “nome”. Ad esempio, un centro abitato può ben avere un nome etrusco o etrusco-latino, ma la sua fondazione non è affatto degli Etruschi né dei Latini o Romani, ma è di popolazioni precedenti (nel caso nostro i Liguri, i Celti o Galli, i Germani, gli Slavi) (vedi Bergamo). In realtà è avvenuto che, siccome anche nell'Italia settentrionale la scrittura è stata importata dagli Etruschi, la scritturazione dei toponimi sia stata quella etrusca e inoltre, essendo questa scritturazione etrusca la prima affermatasi e l'unica esistente, ha logicamente finito per imporsi, cancellando la denominazione originaria di siti dei Liguri o dei Celti o dei Germani o degli Slavi. E su questo argomento si deve precisare che la scritturazione di un toponimo, una volta avvenuta, ottiene l'effetto non soltanto di “ufficializzarlo”, ma pure quello di “cristallizzarlo” o “fossilizzarlo” rispetto alle evoluzioni fonetiche che normalmente investono pure i toponimi. Anche e soprattutto nei toponimi dell'Italia settentrionale si assiste alle numerose ed ampie mutazioni fonetiche che col passare del tempo hanno subìto i toponimi rispetto alla loro forma originaria ed “ufficiale”. Infine debbo precisare che questo mio lavoro è assai lontano dal contenere l'elenco completo e la analisi di tutti i toponimi dell'Italia settentrionale, quelli che si possono trovare nelle carte dell'Istituto Geografico Militare (I.G.M.) e nelle mappe catastali dei singoli comuni. Questo mio lavoro è solamente un primo e piccolo saggio di quella ricerca, al quale spero di fare seguire altri saggi, finché la vita e la salute mi sorreggerà. Massimo Pittau
LESSICO ITALIANO CONNESSO CON QUELLO ETRUSCO
Book 9 ·
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CONTENTS:

INDICE
INTRODUZIONE
NORME DI CORRISPONDENZA FONETICA
ABBREVIAZIONI
Sigle e bibliografia
APPELLATIVI (num. 479) TOPONIMI (num. 254)
OPERE SCIENTIFICHE DEL PROF. MASSIMO PITTAU
LESSICO ITALIANO CONNESSO CON QUELLO ETRUSCO
Book 9 · Apr 2018 ·
0.0
CONTENTS: INDICE INTRODUZIONE NORME DI CORRISPONDENZA FONETICA ABBREVIAZIONI Sigle e bibliografia APPELLATIVI (num. 479) TOPONIMI (num. 254) OPERE SCIENTIFICHE DEL PROF. MASSIMO PITTAU
IL LIBER RITUALIS DELLA MUMMIA DI ZAGABRIA
Book 10 ·
0.0
 IL LIBER RITUALIS DELLA MUMMIA DI ZAGABRIA

Tradotto e commentato

Uno studio di Massimo Pittau


IL LIBER RITUALIS DELLA MUMMIA DI ZAGABRIA
Book 10 · Jun 2017 ·
0.0
IL LIBER RITUALIS DELLA MUMMIA DI ZAGABRIA

Tradotto e commentato

Uno studio di Massimo Pittau


Lingua etrusca indoeuropea
Book 11 ·
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Contenuti: Premessa L’etrusco “lingua flessiva” La Morfologia Il genere La declinazione del nome Il nominativo Il genitivo Il genitivo rideterminato Il genitivo patronimico fossilizzato Il dativo L’accusativo Il vocativo Il locativo L’ablativo L’aggettivo Il numerale Il pronome I pronomi dimostrativi La declinazione dei pronomi dimostrativi L’articolo determinativo enclitico Il verbo L’imperativo Il participio presente Il participio passato, medio e passivo La preposizione L’avverbio La congiunzione Il Lessico Sigle e bibliografia
GLI ETRUSCHI NELL' ANTICA SVIZZERA
Book 12 · Sep 2018 ·
0.0
 Un breve studio di Massimo Pittau sugli Etruschi nell'antica Svizzera.
GLI ETRUSCHI NELL' ANTICA SVIZZERA
Book 12 · Sep 2018 ·
0.0
 Un breve studio di Massimo Pittau sugli Etruschi nell'antica Svizzera.